Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Liebrecht Savyon
Titolo: Donne da un catalogo
Editore: E/O
La letteratura israeliana offre continui spunti di novità nell’affrontare temi della più scottante attualità. Questo libro contiene tre racconti, che hanno per protagoniste donne straniere che arrivano in Israele e propongono con la loro presenza scenari inquietanti ed enigmatici nelle famiglie in cui vengono per diversi motivi inserite.

Brigitta è una giovane badante filippina che viene assunta per accudire un settantenne reduce da una difficile operazione. La figlia e la moglie dell’uomo diffidano della ragazza, e hanno ragione: la filippina irretisce il vecchio signore, fino a provocare l’allontanamento della moglie che si rifugia presso la sua famiglia in un kibbutz. Il racconto sembra dimostrarci che la straniera è un’estranea, pericolosa, invadente.

Molto intrigante anche il rapporto tra Shulamit, un’ostetrica ebrea amica degli arabi, e la giovane irlandese incinta del suo ultimogenito, morto in un attentato di mano palestinese. Le due donne devono confrontarsi con il fantasma del giovane Eitan e quello del bambino che sta per nascere, cercando di ricostruire ciascuna la propria identità, annullata dalla tragedia di cui entrambe sono vittime.

Più intenso e forse più tragico l’ultimo racconto, dove torna in scena la shoah. Pola, una anziana donna di origine polacca, scampata miracolosamente alla strage della sua intera famiglia, accetta come collaboratrice familiare una sedicenne raccomandata dal prete cattolico. Valentina è anche lei polacca e, dopo attimi di diffidenza, riesce ad imporsi alla sua padrona con la sua gentilezza, la lingua polacca in cui si esprime e che riporta la donna alla sua infanzia rimmossa da oltre mezzo secolo. Il rapporto tra la vecchia e la giovane si complica, diventa morboso, fino al tragico finale. Gerusalemme appare sullo sfondo: tutti i racconti si svolgono all’interno dei nuclei familiari, intorno ai riti della quotidianità, al centro della vita di ebrei non osservanti, ma pur sempre legati ai loro tragici ricordi che li pongono in aperta diffidenza con lo straniero, chiunque egli sia e per qualunque motivo sia entrato nelle loro esistenze. La prosa asciutta e venata di ironia della Liebrecht risulta particolarmente efficace nell’analisi psicologica dei numerosi personaggi, soprattutto femminili, che vengono evocati.

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